Verso il nuovo ordine multipolare - Premessa


Parlare di multipolarità in Italia sotto queste lune (ma non escluderei tutta la Unione Europea) è come entrare in una gabbia di leoni inferociti e apparentemente sonnolenti. Eppure in giro per il mondo se ne parla molto con idee, proposte concrete, atti legislativi di diritto internazionale, iniziative multilaterali, analisi approfondite di contrasti aspri e feroci che esplodono in conflitti apparentemente di interesse locale, (vedi Ucraina, Gaza, Libano e Siria) e altro ancora come la questione di Taiwan, i BRICS+, l'emergere del continente africano, i tentativi ondulatori di riallineamento del Centro e Sud America, per dirne alcuni. Ovviamente, a questo si oppone la visione unipolare occidentale (anglosfera, UE ed alcuni altri) che, non dovendo più temere il blocco della ex Unione Sovietica, dissolto sul finire del secolo scorso, ha posto in atto di tutto e di più per affermarsi e vede la multipolarità, per ora e per usare un eufemismo, come il fumo negli occhi.
In realtà, come sempre più si sta rivelando, la posta in gioco è la lotta, aspra e feroce, tra il mondo occidentale, Stati Uniti d'America e anglosfera in testa, che non vuole rinunciare, pena la perdita di un primato voluto a tutti i costi, al coagulo di interessi e valori che, strumentalmente, vuole estendere a tutto il globo (globalismo occidentale mondialista), in contrapposizione con un altro mondo che vuole potersi sviluppare e modernizzare, senza per questo essere forzato ad occidentalizzarsi, nella convivenza pacifica e nel rispetto per le proprie tradizioni, la propria sovranità nazionale, la religione che professa, il commercio equo e reciprocamente vantaggioso (multipolarità). Il processo verso questo nuovo mondo appare ormai ben avviato e c'è chi ne sottolinea già la irreversibilità. Purtroppo, a giudizio di molti e lo condivido, lo sviluppo primario potrà essere ancora lungo e doloroso, come il conflitto in Ucraina e la corsa ad armarsi fino ai denti stanno ben evidenziando.
Questo scontro, articolato e complesso, per ridefinire il riassetto globale costituisce l'argomento di questa mia analisi. La mappa concettuale che il lettore può vedere allegata a questa premessa, propone una visione di insieme da tenere sempre presente e che, senz'altro, può essere ampliata e migliorata. Essa costituirà l'ossatura del mio punto di vista e ogni singola parte, sviluppata in contributi singoli, ne sarà la polpa. Lo sforzo principale sarà il riferimento soprattutto a fonti primarie le più sicure e fondate possibili e, più in generale, a "discussioni" che potranno essere approfondite dal lettore, volta per volta, mediante suggerimenti in nota o, direttamente nel testo, attraverso collegamenti facilmente reperibili in rete, "censura", certamente non da parte mia, permettendo, oppure, solo in casi rarissimi, con un salto in libreria.
Gerardo Rapini